“Coinvolgere le comunità locali e renderle orgogliose dei propri patrimoni è uno dei nostri primari obiettivi, perché non si può curare ciò di cui non si ha consapevolezza“
A tu per tu con l’Architetto Marina Fumo in un’intervista dedicata al suo rapporto con Torri in Festa Torri in Luce e all’esperienza con workshop passati e futuri nel 2021 anche attraverso il CITTAM, Centro Interdipartimentale di ricerca per lo studio delle Tecniche Tradizionali dell’Area Mediterranea – Università degli Studi di Napoli “Federico II”, di cui è Direttrice.
“Ho avuto la fortuna di essere coinvolta nell’organizzazione di Torri in festa Torri in Luce fin dalla sua prima edizione nel 2010, che appariva essere un’edizione unica nella mente del suo stesso creatore…Ma il successo di questa manifestazione fu tale da indurre quasi proprio spontaneamente sull’onda di un gradimento evidente, il direttore artistico nonché ideatore l’Arch. Imer a renderlo un festival continuativo nel tempo. L’idea di abbinare le Torri a momenti di confronto e incontri serali, con delle chiacchierate o meglio riflessioni su temi riguardanti le Torri di Ischia, il paesaggio e ancora di volta in volta sempre più argomenti, fu per niente scontata. Un’idea innovativa…e vincente”
Alla prima manifestazione partecipai come Cittam in qualità di Direttrice del centro di ricerca interdipartimentale sullo studio delle tecniche tradizionali in area Mediterranea, ma in realtà ero già comunque consigliere dell’Istituto Italiano Castelli della sezione Campania, che pure fu un patrocinatore dell’evento come lo sono stati tantissimi altri fin dal primo momento, divenendo via via di più. In questi anni ci si è resi conto che le Torri a Ischia fanno rete e avrebbero esse stesse potuto innescare una rete culturale legata a tanti eventi; offrendo spunti differenti in funzione del paesaggio e del contesto in cui ognuna di esse era inserita. Quindi è stata un’esperienza molto interessante fin dal primo momento e si è capito che il tema avrebbe potuto essere trattato più ampiamente tanto che le persone coinvolte sono state tante e non come pubblico, ma diciamo anche come relatori e quindi di volta in volta si è anche arricchito il bagaglio culturale del Festival oltre che dei suoi partecipanti”.



