A tu per tu con il Professore Andrea Maglio
A pochi mesi dalla prossima edizione di Torri in Festa Torri in Luce, annunciate le date ufficiali e il programma dell’evento, ci rivolgiamo ad un ospite d’eccezione. Il Professore Andrea Maglio, Docente di Storia dell’Architettura presso l’Università di Napoli Federico II, che ci parla del Festival e di tanto altro, in un’accaldata giornata estiva, preambolo perfetto al prossimo autunno, quando parteciperà all’undicesima edizione del festival dedicato alle architetture mediterranee per eccellenza.
Professore, grazie per averci concesso un po’ del suo tempo. Ci parli del suo rapporto con Torri in Festa Torri in Luce e con il suo ideatore, l’Arch. Aldo Imer.
"Dunque, il rapporto con la manifestazione che dura ormai da 11 anni ha visto l’isola strettamente interconnessa ai temi di assoluta rilevanza proposti dal Festival e dal suo ideatore. Non solo per Ischia ma in generale perché si occupa di architettura, di storia del paesaggio, di storia urbana e di trasmettere il rapporto tra paesaggio e architettura. A tal proposito si è indagato il tema delle Torri fin dal titolo alla manifestazione, ma non solo la questione dell’architettura mediterranea in rapporto agli alberghi e alle case, ma anche il legame con la tradizione Mediterranea o presunta tale se esiste una tradizione Mediterranea. Ci siamo interrogati molto a riguardo intercettando anche la mescolanza di tanti sfaccettature diverse di un unico argomento centrale: ne sono un esempio il cinema, la letteratura e gli effetti che certi spunti architettonici abbiano avuto sulla loro realizzazione”.
La Colombaia è stata oggetto del PRAM, il premio per le Architetture Mediterranee
“La Colombaia rappresenta uno dei punti focali di questa edizione del Festival grazie alla presenza di Visconti e delle sue scelte di vita, che l’hanno portato fin qui alla Villa di Zaro. Un posto meraviglioso, quasi Liberty, anzi molto tardo, con accenti eclettici, frutto a mio avviso anche della personalità di Visconti. Penso che questo premio abbia chiuso un po’ un cerchio che da anni il Festival stava portando avanti. Parliamo del restauro e del recupero del moderno che spesso non viene considerato a sufficienza anche in relazione al tema del paesaggio di cui parlavo prima”
Quanto contano gli abitanti nel quadro generale dell’equilibrio paesaggio/architettura?
"Ritengo che studiare certi paesaggi riconosciuti come luoghi d’interesse da una comunità sia importante. Non a casa su questo Torri in luce accende proprio un faro, nel voler fare un gioco di parole. É quasi simbolico accendere un faro su questi temi e quindi volgere anche l’attenzione al paesaggio. L’Italia è stata all’avanguardia rispetto la tutela del paesaggio. Penso agli anni cinquanta, sessanta e questo primato che l’Italia ha sempre avuto deve farci identificare un tema che non va solo comunicato ma anche approfondito portando avanti una riflessione non vincolistica su certe questioni. Il problema non è vincolare o congelare un paesaggio: i territori si devono sviluppare ma attraverso valutazioni serie su cosa può essere e non essere fatto. E dobbiamo continuare a interrogarci su questi aspetti e sulla capacità di vivere un territorio anche nelle sue naturali evoluzioni, senza alternarne il paesaggio."
Il rapporto del Diarc con l’evento?
"Torri in Festa Torri in Luce va in perfetto parallelismo con il Diarc, con la capacità di divulgare ossia esprimere con massima chiarezza aspetti scientifici che la comunità ha nel tempo sedimentato. Io credo che la divulgazione sia un’opera difficile e Torri in Festa Torri in Luce riesce con delicatezza a promuovere e raccontare un territorio, il suo paesaggio e l’equilibrio con le sue architetture. Attraverso eventi ma anche tematiche come la viticoltura. Un plauso alla manifestazione e ai suoi ideatori.”
Grazie Professore
“Grazie a Lei."